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casa Mikhailski

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.:Inya:.
view post Posted on 14/1/2008, 20:36




Makenzie

un vecchio taxie sgangerato correva per le strade di forks,
il pilota, un vecchio sulla sessantina, con un sigaro in bocca e l'aria ingiallita,
tamburellava le dita sul volante a ritmo di una vecchia canzone che usciva dall'autoradio preistorica.
-dov'è che hai detto che si trova la casa della tua vecchia zia?-
domandò con voce roca guardando dallo specchetto la ragazza seduta nei posti dietro.
dimostrava quasi vent'anni a prima vista, ma in realtà ne aveva appena diciassette, e se la si guardava bene in faccia lo si capiva subito.
aveva i capelli neri, corti e scarmigliati, i grandi occhi verde acido erano puntati fuori dal finestrino,
osservava quella cittadina verde e piovosa, che gia non le piaceva.
indossava un vecchio giobotto di pelle nera, che le andava abbastanza largo. un paio di jeans scoloriti e strappati in vari punti e un berretto marrone troppo grande, che le cadeva sul viso.
poggiato accanto a lei, l'unico bagaglio a mano che avesse: un vecchio zaino logor e gonfio. oltre a quello, aveva solo un baule consunto che conteneva i pochi vestiti esclusivamente suoi; la divisa dell'orfanotrofio l'aveva gia bruciata
al confine a nord di forks, vicino alla foresta-
disse con tono basso e annoiato, e con un leggerissimo accento inglese.
l'autista annuì e accelerò. dopo un pò la macchina sterzò fermandosi davanti a un cancelletto mezzo rotto
-arrivati bambina! oltre non posso andare!-
facendo una smorfia, scese dalla macchina mettendosi lo zaino in spalla, e prese il baule dal portabagagli.
non si voltò a dare la mancia all'autista, primo: non aveva soldi da dargli, il viaggio aveva consumato tutti i suoi risparmi!
secondo: nessuno, e ripeto nessuno doveva azzardarsi a chiamarla bambina!!!
aprì il cancelletto arrugginito e si avviò su per un sentiero sterrato, affiancato da un vasto giardino incolto e trascurato.
dopo un quarto d'ora, finalmente apparve quella che sarebbe stata la sua futura casa:

image

-fantastico!-
esclamò esasperata facendo una smorfia.
si aspettava qualcosa del genere, ma era veramente orrenda! sul punto di crollare probabilmente.
fece un profondo respiro, per non cedere ai nervi e bussò.
una vecchia in vestaglia aprì la porta e la tirò dentro prendendola per un braccio.
la pelle del viso sembrava sul punto di staccarglisi tante erano le rughe che aveva. anche lei aveva un aria giallastra. i lunghi capelli grigi, lunghi fino alla vita, la facevano sembrare una di quelle vecchie indovine che si trovano nei libri di favole.
era molto più bassa di lei, le arrivava si e no al petto, ma aveva l'aria di essere molto severa e agguerrita.
forse sarebbe stato un problema soggiogarla.
-tu, sei Makenzie giusto?-
chiese mentre gia la prendeva per un braccio e la trascinava al piano superiore, aveva una stretta molto salda
-chi altri potrei essere?-
chi altro con un minimo di cervello si avventurerebbe da queste parti?
pensò lasciandosi trascinare dalla vecchia
-risposta insolente!-
commentò la vecchia senza voltarsi.
Makenzie sbuffò, era finita in casa con una vecchia bisbetica fastidiosa!
-e tu sei Kala!-
non era una domanda, chi altro poteva essere? la strega morgana?
-usa il lei! maleducata!-
la riprese fermandosi davanti a una porta bianca, di legno sbeccato.
-questa è la tua stanza! sistemati le tue cose, puliscitela da sola quando la sporchi e io non ci entrerò! scendi quando hai fatto e discuteremo le tue regole!-
la vecchia si allontanò e scese le scale, lasciando una Makenzie piuttosto irritata davanti alla porta della sua nova camera.
resistendo all'impulso di tirarle nella schiena un pugnale aprì la porta con un calcio ed entrò trascinando il baule.
era una camera piccola, un letto singolo messo sotto l'unica finestra, un cassettone e una vecchia scrivania erano gli unici mobili.
incastrata in un angolo c'era la porta per il bagno; bagno microscopico, cn una vasca, W.C. e un lavandino.
buttò il baule in un angolo, lo zaino sotto al letto e si lasciò cadere sul letto, sfinita!
di sicuro non sarebbe scesa tanto presto! era testarda, e non gli avrebbe lasciato quella soddisfazzione alla: 'vecchia decrepita'
nuovo nome ufficiale.
"nuova casa, nuova vita, nuova missione!"
lo ripetè come un mantra, cercando di calmare i nervi
"nuova casa, nuova vita, nuova missione!"
non era difficile, bastava non pensare al tutto. o almeno, non lasciar vedere che ci pensava!
"nuova casa, nuova vita, nuova missione!"

 
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