Casa Flourite

Ashley

Io e la mia famiglia abitavamo in una casa in periferia come molte altre. In una cittadina tranquilla e fin troppo piovosa. Vivevo in quella casa da quando ero piccolissima.
Mentre guardavo il soffitto e ascoltavo la musica mi tornò in mente il mio ex. "Perché mi ritorna in mente?" Non riuscivo a darmi risposta e quindi alzai il volume dello stereo. Non pensai nemmeno che potevo disturbare mio fratello che amoreggiava al telefono con la sua ragazza. Feci spallucce e continuai a cntare su quelle note finché non venni praticamente sfrattata da casa causa rumore. -Uff...- Mi misi le mani in tasca e camminai verso la Push in cerca di tranquillità.


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{continua da "Trasfurione urgente"}


Ashley Flourite

Arrivai a casa quella mattina presto. Ero appena stata dimessa dall'ospedale e aver lasciato quelle quattro mura bianche e candide mi aveva reso più leggera. Percorsi il vialetto di casa con le mani in tasca. Come entrai notai la solita situazione solare e famigliare che regnava incontrastata. Mia nonna che puliva in salotto, mio nonno che guardava le notizie al telegiornale, mio padre era al telefono e discuteva di lavoro. Salii le scale dopo aver salutato tutti di sotto e dato una scusa per la nottata passata fuori. Non osai nemmeno sentire cos stesse dicendo mio fratello, ma dal tono della sua voce immagiani che fosse al telefono con la sua ragazza. Ma vive in simbiosi col cellulare lui? Feci spallucce ed entrai in camera tuffandomi sul letto. Rimasi a fissare il soffitto mentre lo stereo trasmetteva musica rock a tutto volume. Cosa si fa per non sentire le smancerie che si dicono due innamorati. Mentre la musica riempiva la mia stanza la mia mente tornava agli avvenimenti del giorno prima. Possibile che fosse capitato tutto per davvero?

Ashley Flourite

Ancora mi stavo chiedendo se tutto ciò che mi era succeso qualche giorno prima fosse stato un sogno o meno. Mi pareva praticamente impossibile, razionalmente, che ciò potesse essere accaduto, ma dopo Lucas avevo imparato a non farmi impressionare da fatti di quel tipo. Certo avevo i nervi saldi ed ero a conoscenza del segreto dei vampiri e dei licantropi, ma rimanevo comunque una ragazza umana. Quella parola mi faceva sentire debole rispetto alle creature che mi ronzavano intorno. Feci spallucce e mi alzai dal letto. Uscii dalla mia stanza chiudendo la porta e facendo attenzione a non sentire nemmeno una parola di ciò che stesse dicendo al telefono mio fratello, poiché ritenevo quelle telefonate deleterie per la mia mente. Raggiunsi il salotto. Stesso scenario di sempre: mio nonno che segue il telegiornale, mia nonna che pulisce e fa la casalinga e mio padre che lavora al computer mentre telefona col cellulare. Sospirai mentre mi infilavo la giacca e mi mettevo la sciarpa intorno al collo. La ferita non era sparita. Ogni volta che la sfioravo il gelo si impadroniva della mia mano. Ormai non ci facevo caso, ma non era il massimo della vita avere una fonte di gelo sul proprio collo.
-Io esco, torno per la cena!-
O almeno speravo di tornare per cena. Lo gridai prima di varcare la soglia della mia abitazione ed andare a cercare il licantropo che mi aveva salvato l'altra sera.


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